Conosciuta fin dall’antichità e citata nel “de agricoltura” di Catone, la cottura della Saba si è tramandata per secoli nella cultura popolare reggiana come ultimo atto di ogni vendemmia. Zucchero degli antichi romani diventa ingrediente nella cucina ma anche nella farmacia medievale. Nelle signorie rinascimentali viene citato dall’Ariosto e da Cristoforo di Messisburgo entrando nell’arte della cucina moderna.
Otteniamo la Saba dal mosto delle nostre uve bianche, cotto a fuoco diretto per oltre 10 ore fino a ridurlo a meno di un terzo del volume originale, decanta lentamente in tini e senza alcun conservante viene imbottigliato a caldo.
Nella nostra cucina arricchisce oggi i piatti della tradizione come i tortelli di zucca, arrosti, formaggi, verdure in pastella e misticanze, molto utilizzata inoltre nel ripieno di tortellini dolci e nella preparazione di marmellate e composte di frutta. A colazione sullo yogurt per non mancare di sali ed energie, nelle occasioni più golose per addolcire ed insaporire granite, gelati di crema, panna cotta e molte altre golosità fino ad arrivare alla emozionante tradizione sulla prima nevicata dell’anno.