Vigneti
Coltiviamo cinque ettari di vigneti in piccoli appezzamenti tra terreni di collina sassosi e limosi collocati lungo la valle del torrente Crostolo. Abbiamo mantenuto le più antiche varietà reggiane come la Spergola (nella nostra STORICA vigna del 1970), il Malbo gentile, il Lambrusco di Montericco, la Sgavetta e molte altre. Un impegno continuo di studio e recupero che coinvolge anche ricercatori e tesisti dell’ Università di Modena e Reggio Emilia.
La cura della vitalità dei suoli senza irrigazioni ne concimi chimici permette ad ogni varietà di esprimere tutto il suo carattere senza compromessi, rendendo uniche ed irripetibili le annate di ogni nostra bottiglia.
All’origine dei suoli
I nostri suoli si inseriscono nelle colline ai piedi dell’Appennino tosco-emiliano, una zona che ha origine da movimenti geologici molto complessi perché legati ai movimenti delle rocce dell’antico oceano ligure, un mare che milioni di anni fa costituiva la separazione fra il continente iberico-europeo da un lato e continente apulo-africano dall’altro. Una zona di confine e di grandi movimenti di falde tettoniche che hanno abbracciato ere geologiche dal Giurassico al Miocenico fino alle recenti glaciazioni, cioè da 150 millioni di anni fa a 500.000 anni fa.
In epoca Giurassica le nostre colline iniziano i loro primi movimenti perché si trovano al confine tra due sistemi di rocce:
a nord-ovest nel profondo oceano ligure sono presenti rocce di origine lavica in movimento per la spinta e rotazione verso sud-est del continente iberico europeo, si tratta di una zona molto attiva e in movimentoa sud-est nella parte umbro-toscana del mar ligure si ass iste ad una serie di sedimentazioni molto complesse che portano sedimenti calcarei, marne ma anche fanghi rossi e depositi fini. Il fondale marino in questa zona è diventato passivo e favorisce le sedimentazioni.
Le spinte delle prime rocce sulle seconde porta tra 150 e 45 milioni di anni fa alla formazione degli Appennini e alla formazione di un terreno di collina molto complesso per le subduzioni delle rocce liguri e il movimento dei sedimenti toscani. A partire da 25 millioni di anni fa le spinte delle rocce liguri muovono immense masse di acqua che portano violente erosioni e detriti fini. Le terre così continuano la loro emersione con una grande complessità dei suoli e una prevalenza di limo, sedimenti rossi e zone calcaree.
La velocità di questa immensa spinta delle rocce sottomarine è stata stimata dai geologi nell’ordine di 1 cm/anno ed è durata fino a 10 millioni di anni fa con un fronte di movimento di 250 km tale da dividere il mar ligure dal mare della pianura padana.
Tra i 10 ed i 5 milioni di anni fa si assiste al sollevamento continuo dei suoli collinari con fenomeni continui di erosioni delle rocce liguri e sedimentazione fine. Così il mare plio-pleistocenico presente nella pianura padana si ritira lentamente perché qui si depositano gli strati più pesanti di argille, fino all’aspetto attuale del mar adriatico. Negli ultimi 500.000 anni il fenomeno delle glaciazioni ha portato poi nel golfo padano lingue di ghiaccio con la formazione di grandi strati di detriti morenici trascinati da torrenti e fiumi rendendo ancora più complessa la tessitura del suolo.
Nella mappa a fianco (Corrado Venturini 2011) ecco le regioni protagoniste di una pedogenesi così articolata con in evidenza la linea rossa che evidenzia faglie ancora in movimento. Ancora oggi si fa sentire la spinta degli Appennini sulle colline e sulla pianura con lievi e frequenti terremoti.
Questi 150 milioni di anni di movimenti e stratificazioni rendono i nostri terreni molto ricchi di limo proprio perché vicini al torrente Crostolo e vicini agli Appennini che hanno avuto un ruolo da protagonisti nella genesi del suolo.
Questo fa si che siano anche molto profondi e con stratificazioni complesse del limo dei terrazzi antichi con la presenza di gessi, sabbie e argille. Per questo motivo è possibile uno sviluppo profondo delle radici senza eccessi di fertilità e di vigore con una grande salinità dei nostri mosti.